Chi Siamo

 

Il Patriarcato Ortodosso d’Europa si ispira quindi al contesto ecclesiale esistente al momento della separazione tra le Chiese di Oriente e di Occidente, anno 1054, riconoscendo i primi sette Concili ecumenici e seguendo la linea teologica ed ecclesiologica inaugurata dalle Chiese nazionali comunemente definite veterocattoliche, le quali hanno in comune con le realtà ecclesiali Ortodosse il non riconoscimento delle definizioni dogmatiche del Concilio Vaticano I relative alla giurisdizione universale assoluta del Papa sulla Chiesa ed all’infallibilità papale. Da questo punto di partenza e dal modello delle Chiese Ortodosse hanno origine le principali differenze con la Chiesa Cattolica Romana.

I suoi Diaconi, i suoi Presbiteri ed anche i Vescovi possono essere sposati, ripristinando la tradizione esistente prima del Concilio Trullano anno 691, se non fanno un percorso vocazionale monacale. La nostra Chiesa accoglie i divorziati e conviventi o risposati, poiché - secondo l'antica tradizione dei primi secoli della Chiesa Indivisa fino ad epoca tarda - può essere conferito il sacramento delle seconde nozze come ancora in uso nelle Chiese d'Oriente (un terzo matrimonio soltanto con dispensa del Vescovo Primate, dopo una attenta valutazione canonica ed il parere favorevole del Consiglio episcopale e presbiterale).

Il Patriarcato Ortodosso d’Europa ammette il Diaconato femminile come avveniva nelle Chiese di antica tradizione, prima della progressiva scomparsa a partire dal IX secolo a causa di un malinteso maschilismo non evangelico. Al momento, pur non presentandosi ostacoli di ordine teologico all’ordinazione femminile anche al grado del presbiterato e dell’episcopato, si è scelta una via di prudenza affinché si giunga ad una visione condivisa dal maggior numero possibile di realtà ecclesiali.

E’ richiesto a tutti i candidati il regolare corso di studi (triennale per i Diaconi e quinquennale per i Presbiteri) presso Istituti di Teologia o di Scienze Religiose presenti in Italia, singole eccezioni sono valutate dal Vescovo responsabile.

E' ad una Chiesa Apostolica di servizio - ottemperando a questo comandamento : "chi tra voi vuol essere il più grande si faccia servo di tutti!" , (Mt. 20, 26) secondo le parole del Maestro che questa Chiesa vuole mettere in pratica.